Anche l’aria di Roma fa male. Inquinamento atmosferico e mortalità in un milione di cittadini romani.

L’esposizione a lungo termine al PM2.5 e diossido di azoto aumenta il rischio di morte, soprattutto per malattie cardiovascolari, ischemie e cancro ai polmoni, secondo uno studio condotto dai ricercatori del Dipartimento di Epidemiologia del Servizio Sanitario della Regione Lazio in collaborazione con INAIL e ARPA del Lazio.
Lo studio ha seguito per nove anni tutti i cittadini romani adulti che al momento del censimento 2001 risiedevano a Roma da almeno cinque anni. L’esposizione di ciascuno al PM2.5 e diossido di azoto, è stata stimata in base al luogo di residenza, tenendo conto dell’uso del suolo, delle misurazioni a terra, e della distanza da strade molto trafficate. In media, i cittadini romani erano esposti a 23 µg/m3 di PM2.5 e 43.6 µg/m3 di diossido di azoto, con i livelli più alti nel centro e nella zona est della città. Sono valori di poco superiori a quelli proposti come nuovi limiti di esposizione UE.
In accordo con precedenti studi europei e americani, lo studio romano ha mostrato che il rischio di morte complessivo per cause non accidentali  aumenta del 4% per ogni 10 µg/m3 di PM2.5 e del 3% per ogni 10 µg/m3 di diossido di azoto.

Long-Term Exposure to Urban Air Pollution and Mortality in a Cohort of More than A Million Adults in Rome.
Cesaroni G, Badaloni C, Gariazzo C, Stafoggia M, Sozzi R, Davoli M, Forastiere F.
Environmental Health Perspectives.
2013 Jan 8.

http://ehp.niehs.nih.gov/wp-content/uploads/2013/01/ehp.1205862.pdf

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