APPROVATO IL PIANO ARIA CLIMA: LE NOSTRE RIFLESSIONI

di Marco Ferrari – attivista e già Presidente dei Genitori Antismog

50 anni– E’ stato infine approvato il Piano Aria Clima del Comune di Milano. La nostra battaglia contro lo smog e per una Milano vivibile è iniziata oltre 20 anni fa, nel 2001.

I primi di noi erano allora giovani genitori trentenni che chiedevano aria pulita per i propri figli, allora nei passeggini e obbligati a respirare aria inquinata. Oggi quei figli sono tutti maggiorenni, e quei i genitori sono diventati cinquantenni. E tutti continuiamo a respirare aria inquinata, un po’ meno, è vero.

Il Piano Aria Clima si è dato come orizzonte temporale il 2050, cioè altri 30 anni. Questo significa che quei genitori saranno ottantenni, se tutto va bene. Eh sì, perché ricordiamo che lo smog a Milano ci toglie a tutti 16 mesi di vita, in media. Serviranno quindi 50 anni per vedere finalmente realizzato il nostro obiettivo. Non era quello che speravamo, sinceramente, quando abbiamo iniziato la nostra lotta.

Ma al di là di questa triste prospettiva, questo “piano” suona come una presa in giro. Con un orizzonte temporale così lungo non fa altro che descrivere quello che probabilmente avverrà naturalmente. Non serviva un “piano” per questo. Un vero piano dovrebbe servire invece per cambiare direzione, per accelerare. Milano si dà 10 anni per diventare “città 30”, Parigi lo è già diventata. E sempre fra 10 anni la sosta sarà a pagamento ovunque, ma altrove in Europa è già così da anni. Milano entro 30 anni vuole diventare “ciclopedonale”, Bruxelles lo è già diventata, quanto meno in centro. Milano farà 100 km di piste ciclabili, Londra le ha già fatte, e molte di più.

Una cosa Milano potrebbe avere all’avanguardia: Area B. Ma AreaB è già stata prima limitata da deroghe e continue proroghe, e ora è stata anche ridicolizzata dal sistema Move-In.

Questa città continua a essere così lenta che invece di farsi promotrice del cambiamento lo subisce. Possibile che con un sindaco che dice di aver aderito ai Verdi europei, e così attivo nel C40, dobbiamo sempre rincorrere le altre città europee, che sono nel frattempo sempre più distanti?

Questo piano sembra un compitino fatto controvoglia, ricorda il “Piano urbano della mobilità sostenibile” – nato in ritardo e già vecchio; oppure nei suoi aspetti migliori rischia di fare la fine del documento “Milano 2020. Strategia di adattamento”, che era bellissimo e che forse per questo è rimasto nel cassetto.

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