LA SICUREZZA STRADALE NON E’ ARBITRARIA

La sicurezza stradale non è arbitraria

La sicurezza stradale è diventata oggetto di scontro tra due fronti: uno porta dati oggettivi, studi, esperienze, si batte perché non ci siano 3000 morti e feriti sulle strade, l’altro contrasta con slogan, opinioni, illusioni, arrivo prima, io andavo piano, giudizi – giusto/sbagliato – e pregiudizi, senza portare dati o fatti a supporto, ma appellandosi solo alla “percezione soggettiva“ della sicurezza.

L’urbanistica è una disciplina che si basa su fatti reali, constatazioni sul campo e studi approfonditi. Dimostra, ad esempio, che l’impatto di un’auto su un pedone ha conseguenze gravi e meno gravi a seconda della velocità con cui va l’auto. Questa non è una percezione ma un dato di fatto che fondamentalisti “Auto No Limits” non condividono come presupposto delle azioni da intraprendere.

Ce lo spiega in questo intervento Silvio Lenares, formatore e counselor specialista di relazioni e negoziazioni, ricordandoci che la Sicurezza della Strada è, prima di tutto, una prerogativa della vita sociale e che è lo Stato che deve  tutelarla, spiegandoci come confrontare i presupposti nascosti e i pregiudizi di chi difende la velocità come parte essenziale dell’illusione di libertà data dall’auto.

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” Parto da un dato di fatto inconfutabile: la sicurezza stradale non è individuale, non è arbitraria, non è soggettiva. È per tutti. È una dimensione sistemica, collettiva, una prerogativa della vita sociale che lo Stato deve tutelare.

Città30 ragiona, argomenta, porta fatti e dati, ma diventa un bersaglio perfetto per scaricare la rabbia di chi pretendendo “Auto No Limits!”, parla per slogan, non porta dati né fatti e si sottrae al dialogo in nome dei limiti che minacciano la Libertà.

Già, ma di quale libertà parlano costoro?

Proviamo a confrontare i  presupposti di chi vuole imporre il codice nuovo chiedendo loro: «di che sicurezza state parlando? In che modo queste norme garantiscono più sicurezza a tutti? Dopo che sono stato travolto e ucciso, cosa me ne faccio della punizione dell’automobilista
Se guardo in profondità nei loro presupposti vedo la volontà di far prevalere una posizione arbitraria-soggettiva secondo la quale «il comportamento sicuro sulla strada è affidato alla libera valutazione di chi guida»
Le convinzioni che la sostengono sono del tipo: «La mia auto è sicura; io guido bene; con l’auto faccio prima che posso; io decido quando è sicuro correre.
Gli altri sono pericolosi: i pedoni, le bici, gli scooter, i monopattini, vanno piano e sono un ostacolo». A questo aggiungete che ogni italiano è convinto di guidare un po’ meglio degli altri.

Il risultato complessivo è un fatale errore di percezione che, unito alla cultura della potenza e della trasgressione, impedisce di vedere rischi mortali.

Per queste persone, #Città30 è un vero e proprio attacco alla identità e alla libertà della potenza automobilistica, la morte del mito della velocità. Non vedono che la libertà dell’Auto è del tutto fasulla perché non è libertà quella che non risponde dei danni irrimediabili che produce: Le punizioni non funzionano e quando l’irreparabile è avvenuto, sono inutili, sono ingiuste.

Nello spazio Pubblico la Sicurezza è una condizione sistemica della vita sociale, è un bene collettivo e deve essere garantita dallo Stato, non certo dalla discrezione del singolo, allo stesso modo dell’uso della forza per garantire la sicurezza. È una  prerogativa della Polizia e non è affidata al singolo cittadino armato.  
Lo Stato deve mettere l’automobilista nelle condizioni di non essere un pericolo per nessuno, nemmeno per sé stesso: usare la tecnologia per impedire alle auto di violentare la città, di trasformarsi in strumenti di morte è  dovere di chi è delegato a governare.

Chi pensa “Auto no limits” usa solo motivazioni scomposte e incoerenti, davanti a fatti la butta in caciara anche se: 1) Danni, feriti e morti crescono in modo esponenziale al crescere della velocità; 2) L’auto invade lo spazio della vita sociale, dei pedoni, delle bici, delle moto, dei bus, degli anziani e dei bambini.

Il Ministero dei Trasporti nel mentre sembra che stia facendo di tutto per fomentare lo scontro tra l’illusione di libertà automobilistica individuale e la sicurezza per tutti.  
Finirà con l’imporre il #codicedellastrage annunciata, in spregio alla Sicurezza dello Spazio Pubblico, una Qualità di Sistema che lo Stato deve tutelare.

Autore dell’articolo:
Silvio Lenares  (Padova 1961), Trainer, Master Coach, Counselor professionale, speaker e autore. Ha ideato i modelli: Negoziazione Relazionale Strategica; Leading by Speaking.

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