LA ZONA ROSSA DEGLI INVISIBILI

Mentre ormai tutta Italia beneficia della zona bianca e delle aperture, per alcune persone continua la zona rossa: impossibilitate a muoversi, sono obbligate a un continuo confinamento in casa.

Queste persone non le vediamo, come fossero invisibili, ma non vederle non significa che non esistano. Loro vorrebbero anche rendersi visibili, ma non possono. Sono le persone con disabilità.

E’ il caso di Simone Gambirasio, di cui abbiamo spesso condiviso le denunce sui disservizi degli ascensori di metropolitane e stazioni ferroviarie. In questi giorni lui vorrebbe finalmente muoversi in libertà, ma non può. Ha scoperto che gli autobus della linea ATM della sua zona, la 35, sono stati interamente sostituiti con pullman turistici in affitto.

Infatti ATM, nel lodevole tentativo di aumentare le corse e diminuire così l’affollamento, ha sostituito i mezzi di ben 11 linee urbane con pullman turistici presi in affitto, ma così facendo le ha rese totalmente inaccessibili ai disabili. E la cosa triste è che ATM – contattata anche da alcune testate giornalistiche che si sono occupate del caso – si è detta “mortificata” e, anche di fronte alla richiesta di alternare bus urbani con pullman turistici così da consentire l’accesso almeno ogni due corse, si è detta indisponibile a risolvere il problema e l’unica soluzione prospettata è quella… di aspettare la fine dell’emergenza!

Ecco cosa succede ancora a Milano: le persone con disabilità non vengono viste e quindi non esistono. Anche se lavorano, studiano e hanno le esigenze di tutti, non hanno la possibilità di muoversi come gli altri.

Del resto anche prima del COVID-19 l’accesso alla città per i disabili è sempre stato difficile e a volte impossibile:

osservate le fermate ATM, spesso invase dalle auto in divieto di sosta che impediscono agli autobus di fermarsi a lato marciapiede per consentire l’uso della rampa. Osservate anche gli scivoli occupati e gli ascensori e i montascale spesso rotti…

E ancora: avete presente gli attraversamenti pedonali rialzati? Ecco, questi hanno molteplici funzioni: da una parte moderano la velocità del traffico, dall’altra rendono più facile e sicuro l’attraversamento della strada per tutti, non solo delle persone con disabilità. Sì perché se pensate che lo scivolo dei marciapiedi sia sufficiente, provate una volta a mettervi su una carrozzina e farlo. Moltiplicare gli attraversamenti pedonali rialzati in città è quindi una battaglia di civiltà, per tutti.

Quando vieniamo definiti come un’associazione “ambientalista” rispondiamo che occuparsi di ambiente significa portare avanti prima di tutto una battaglia di civiltà. Una battaglia che riguarda tutti e che si basa sulla visione: “vivere felici in una città più bella”. Felici perché liberi dallo smog e quindi in salute, in una città più bella perché aperta, accessibile e inclusiva.

Concludiamo con la foto di Simone a bordo di un tram ATM, la quasi centenaria famosa vettura “carrelli 1928”, di cui una è appena stata dedicata alla scomparsa Carla Fracci. Ma come è possibile che Simone sia riuscito a salirci?! Sorpresa, la foto è stata scattata a San Francisco a cui ATM ha venduto diverse “carrelli”…ma mentre a Milano i disabili non possono salire su questi tram e su intere linee, a San Francisco i mezzi sono stati resi accessibili.

E’ un paradosso davvero triste…una persona con disabilità deve andare fino a San Francisco per poter liberamente salire sullo storico tram milanese…

Ancora una volta ci rivolgiamo al Sindaco Beppe Sala e agli assessori Marco Granelli e Anna Scavuzzo: se ci riescono a S. Francisco perché noi a Milano no? Rendere accessibile la nostra città e il nostro trasporto pubblico è solo questione di volontà politica e non ci sono più scuse per eludere questo tema.

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