Le nostre 10 domande

Vogliamo posizioni chiare, impegno e una visione. Ecco le nostre 10 domande al futuro governatore della Lombardia.

I programmi dei candidati a governare la Regione Lombardia parlano troppo poco delle soluzioni per migliorare la qualità dell’aria del nostro territorio.

L’inquinamento atmosferico non è solo quella densa e acre coltre con cui i nostri figli e noi conviviamo ogni giorno ma è anche una voce di bilancio che grava pesantemente sulle casse della Regione. Riconoscere il problema e affrontarlo è un dovere prioritario del nostro futuro governatore.

  1.  Nel 2012 la Regione Lombardia ha aderito alla Air Quality Initiative of Regions che ha, fra i propri obiettivi, l’ottenimento di criteri discrezionali per la valutazione dell’inadempimento alle norme sugli inquinanti dell’aria e la possibilità per le Regioni di scegliere, usando criteri “flessibili”, le aree in relazione alle quali dimostrare il raggiungimento degli standard di qualità  prescritti.  Discrezionalità e flessibilità comportano un elevato grado di incertezza  ed  un indebolimento della protezione della popolazione dall’esposizione agli inquinanti dell’aria. In qualità di Governatore della Lombardia revocherebbe l’adesione  a questa iniziativa nella parte in cui è volta ad ottenere l’indebolimento delle norme sulla qualità a tutela della salute umana?
  2.  ARPA, nata come Agenzia di controllo indipendente, ha da anni subito in Lombardia limitazioni dell’operatività tecnica a vantaggio di una dipendenza politica inconciliabile con le funzioni di controllo ambientale che le sono demandate. A titolo esemplificativo i dirigenti di Arpa sono attualmente di nomina politica. Intende modificare l’attuale assetto di ARPA per garantirne maggior autonomia ed efficacia? Sarebbe favorevole alla possibilità di prevedere che il controllo della qualità dell’aria  fosse condiviso e monitorato da Istituti universitari ed associazioni non governative che operano in questo campo?
  3. Quale parte hanno, per lei, la comunicazione e  il coinvolgimento della cittadinanza nelle politiche per l’aria?
  4. L’ultima indagine disponibile (“Origine/destinazione 2002“) indica che  in Lombardia gli spostamenti in auto e moto costituiscono il 72,2% del totale degli spostamenti mentre il trasporto collettivo il 9,8%. In che proporzione e come intende incrementare la quota di utenti del servizio pubblico e di utenti della bici per i trasferimenti casa-lavoro in 5 anni? E’ disposto a fare una nuova indagine ad inizio mandato da verificarsi allo scadere del quinquennio? 
  5. In base all’art. 9, 11 comma del D.Lgs 155/2010  le   Autorità   competenti  per la predispozione e  l’aggiornamento   degli  strumenti di pianificazione e di programmazione regionali e  locali, come i piani energetici, i piani dei trasporti e  i piani  di   sviluppo devono  assicurare  la  coerenza  degli stessi con le prescrizioni contenute nei piani di  qualità’ dell’aria. E’ d’accordo sull’adozione di una norma regionale che imponga la verifica dell’impatto cumulativo di piani e progetti regionali in termini di inquinamento dell’aria e ne impedisca l’adozione allorché essi comportino un incremento delle emissioni in atmosfera e che preveda inoltre fra gli obiettivi dei piani stessi la riduzione degli inquinanti atmosferici ?
  6. Nella sola Provincia di Mantova, nel 2012, sono stati richiesti ben oltre 100 permessi di attivazione di impianti a biomasse. Quali le politiche di regolamentazione (quante, dove, come, vicino a cosa)  e di controllo?
  7. L’inquinamento atmosferico è non solo fonte di danno alla salute dei cittadini lombardi ma costituisce un costo rilevante per il settore pubblico e privato (sanità pubblica, imprese, famiglie ecc.).  Intende utilizzare il costo dell’impatto dell’inquinamento quale criterio per valutare l’allocazione delle risorse pubbliche in funzione della riduzione degli inquinanti?
  8. Inquinamento da traffico veicolare: al di là delle deleghe ai Comuni, quali strategie di tutela della salute pubblica a fronte dei lunghi tempi di auspicabile implementazione del recente Patto di Pavia ? Riterrebbe utile la predisposizione di piani a breve termine da attivare nei periodi più critici per i livelli degli inquinanti?
  9. Si fa molto parlare di nuove infrastrutture stradali in funzione del decongestionamento e della creazione di nuovi posti di lavoro. Eppure è notorio il gravissimo stato di consumo del suolo nella nostra regione, l’effetto di induzione di maggior traffico e di sprawl derivante dalla costruzione di nuove infrastrutture stradali. “Per raggiungere i limiti di qualità dell’aria è necessaria una riduzione del parco veicoli (numero dei veicoli e numero di chilometri percorsi) “, recita il 7 rapporto del JRC circa l’inquinamento in Lombardia. Cosa ne pensa? 
  10. Il PRIA prevede limitazioni solo per alcuni fattori inquinanti (automobili, riscaldamento, combustioni a legna…) e non contempla il caso di superamento dei limiti delle emissioni in atmosfera da parte delle industrie. Lo stesso piano non ha alcun obbligo di interfacciarsi con le competenze e con le stesse autorizzazioni integrate ambientali delle industrie.  Ritiene necessaria una integrazione delle misure di vigilanza? 

Nelle risposte a queste dieci domande, trasmesse anche alle principali testate, ci auguriamo di poter riconoscere la serietà e la lungimiranza di un impegno politico che i cittadini lombardi attendono da tempo

Invitiamo anche i candidati al consiglio regionale a caricare le loro risposte sulla pagina di Facebook di Genitori Antismog.

Si ringraziano le Mantua Mothers per il loro contributo alla stesura delle domande.

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